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Carenza idrica in Italia: il clima è solo una delle cause, le soluzioni devono agire su più fronti



Il periodo di siccità che stanno vivendo Italia e Europa in questo periodo riaccende il dibattito su cause, conseguenze e soluzioni della carenza di acqua. Il cambiamento del clima è certamente fra le maggiori cause, ma non l'unica.


Le cause


Utilizzi discutibili. Acqua potabile, per uso civile, produzione di cibo e funzionamento ecologico degli ecosistemi dovrebbero essere gli usi prioritari. Ma, specialmente in una fase storica fatta di periodi siccitosi sempre più lunghi e frequenti, non mancano esempi di utilizzi discutibili e gravosi come i cannoni sparaneve sulle piste da sci.


Agricoltura e allevamento intensivi. In Europa, il 59% dell'acqua dolce viene utilizzato in agricoltura, l'Italia si colloca al 2° posto nell'Unione in questo senso. Solo gli allevamenti intensivi consumano oltre 1/3 di questa acqua.


Inquinamento da fitofarmaci e fertilizzanti. Secondo i dati ISPRA, 299 sostanze inquinanti sono state trovate nelle acque interne campionate. Pesticidi sono stati rinvenuti nel 77,3% dei siti di monitoraggio e nel 32,2% di quelle sotterranee.


Spreco e malfunzionamento della rete. In Italia si consumano 120-150 metri cubi di acqua a famiglia all'anno (1^ in Europa), e si stima che 42 litri su 100 di quelli immessi nella rete vadano persi.


Riserve malgestite. In Italia, corsi d'acqua canalizzati, cementificati, dragati o sbarrati. Ridotte le aree naturali di esondazione, e bonificato il 66% delle zone umide.


Pessima pianificazione idrica. Le Autorità di Bacino dovrebbero essere gli Enti preposti alla miglior gestione della risorsa. Nei fatti, da anni sono marginalizzati e sono le Regioni a controllare direttamente la gestione del rischio idrogeologico, gran parte delle concessioni d’uso e le politiche agricole. Ma lo fanno con poca coordinazione, e perdendo la visione a livello di bacino idrografico.



Le soluzioni


NBS (Nature Based Solutions). Tecniche ispirate ai meccanismi naturali che permettono di sfruttare acqua, ma allo stesso tempo di trattenerla e ricaricare le falde.


Rigenerare le zone umide. Sono bacini naturali e, a differenza di quelli artificiali, non interrompono il ciclo dell'acqua.


Conservazione. Del suolo, delle foreste e delle zone umide rimaste.


Ripianificare la gestione. Ridare centralità alle Autorità di Bacino.


Rivedere le concessioni. Per dare la priorità agli utlizzi essenziali dell'acqua.


Combattere lo spreco.


Ridurre le emissioni di gas a effetto-serra.



Fonti:

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