Lo scorso 31 ottobre, a Roma, si è tenuto il G20 che ha riunito le 20 maggiori potenze mondiali intorno ad un tavolo per discutere sul futuro del clima. Cosa ne è emerso?
Fra i lati positivi, è stata riconosciuta la necessità di:
Adeguare i loro contributi economici per rispettare gli obbiettivi previsti dall'agenda europea al 2030.
Rafforzare le azioni per invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.
Assicurare che il 30% delle terre emerse e degli oceani sia messo sotto protezione entro il 2030.
Piantare 1 trilione di alberi negli ecosistemi più degradati del pianeta.
Fra i lati negativi:
Questi 20 Paesi sono responsabili del 78% delle emissioni climalteranti globali, gli impegni per ridurre le emissioni potrebbero essere molto più importanti di quelli siglati.
Riforestare è un bene, ma che sia fatto nei luoghi, nei modi e con le specie adeguate, e con il coinvolgimento attivo delle comunità locali.
Con gli Accordi di Parigi, l'Europa ha promesso "investimenti ambientali" di 100 miliardi di euro all'anno, ma l'Italia, dei 4 miliardi dovuti fra 2015 e 2020, è in debito di 1 miliardo; con i tagli ai sussidi alle fonti fossili, il debito sarebbe facilmente saldabile.
Fra il 31 ottobre e il 12 novembre scorsi, inoltre, è stata organizzata a Glasgow (Scozia) la COP26 (26^ Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).
Fra i lati positivi:
Rimane fissato l'obbiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1.5°C al 2030.
E' stata affrontata la questione dell'abbandono dei combustibili fossili.
Nei confronti dell'emergenza climatica, i Paesi più ricchi si prenderanno la responsabilità di stanziare 100 miliardi di dollari all'anno fra 2020 e 2025.
USA e Cina hanno siglato un documento congiunto.
L'Italia ha aderito alla coalizione BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance), un gruppo di Paesi che si pone l’obiettivo di eliminare anche petrolio e gas.
Fra i lati negativi:
Le cifre che i Paesi più ricchi dovrebbero stanziare per per compensare i danni climatici subiti da quelli più poveri sono inadeguate.
E' stata rinviata alla COP27 del 2022, che si terrà in Egitto, l'adozione seria di una strategia per ridurre le emissioni climalteranti da qui al 2030.
L'India è passata da una strategia di "stop al carbone" ad una di "riduzione del carbone".
Gli impegni presi dal "patto" fra USA e Cina sono poco adeguati.
Gli impegni presi dall'Italia all'interno del BOGA sono un po' ambigui.
Fonti:
Comments