Lo scorso 13 settembre il Parlamento Europeo ha votato una nuova normativa: con 453 voti favorevoli, 57 contrari e 123 astensioni, ne è stata approvata una che punta a impedire l’ingresso sul mercato europeo di prodotti e materie prime la cui estrazione, raccolta o produzione è legata a deforestazione e violazioni di diritti umani.
È stata definita una definizione più solida di "deforestazione" e "degrado forestale" rispetto al testo della Commissione Europea del 28 giugno scorso. Ampliato l'elenco di materie prime e prodotti con gomma, mais, pollame e carne (suina, bovina e caprina), che si vanno ad aggiungere alla proposta della Commissione (olio di palma, soia, caffè, cacao, legname e carne bovina). La responsabilità è stata estesa anche alle istituzioni finanziarie europee, i cui investimenti non dovranno essere a favore di progetti e società legate alla deforestazione. È stata confermata la necessità dell’obbligo di tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera, incluso il terreno di origine di prodotti e materie prime, e dai controlli non saranno esentate aziende che già aderiscono a schemi di certificazione per i loro prodotti.
In tutto questo, fondamentale la pressione dell'opinione pubblica: l’82% degli intervistati in Europa ritiene che le aziende non dovrebbero vendere prodotti legati alla distruzione delle foreste, e oltre il 70% si è detto disposto a smettere di acquistare prodotti del genere. Oltre 1 milione sono state le firme raccolte per chiedere alle istituzioni un testo come quello approvato.
Il testimone passa ora ai Governi nazionali, che si dovranno impegnare a far rispettare alle proprie aziende il testo approvato.
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