I report di Piero Giovannelli sul degrado urbano a Pistoia e Provincia
Si tratta dell'ex Ipost, composto di due diversi fabbricati, colonia e albergo/centro vacanze, abbandonati ormai dal 1997. Il complesso, grandissimo e del tutto stonato e stridente se calato in un luogo di montagna posto a 1.000 m s.l.m e per di più in una zona di spartiacque, è visibilissimo, specie in inverno, a kilometri di distanza. Per quanto ci riguarda in questo momento, poco ci interessa descrivere gli interessi e le beghe di carattere amministrativo-burocratico che stanno dietro alla attuale gestione (si fa per dire) di tale complesso di manufatti. Ci interessa, piuttosto, sottolineare come, al di là di alcuni cartelli di divieto che lasciano assolutamente il tempo che trovano, l'accesso all'interno dell'area sia completamente libero, dato che i due cancelli esistenti sono da sempre aperti. All'interno, nelle pertinenze adiacenti ai due fabbricati, abbandono, desolazione, presenza di calcinacci, rifiuti, e degrado, la fanno da padroni.
Ma questo è ancora niente se confrontato a quanto si può vedere se si entra all'interno. Nessuna iniziativa di un vero ed efficace impedimento all'accesso è stato messo in atto, così che chiunque è potuto entrare e devastare per ogni dove. (Numerosi anche i murales e le scritte nazifasciste presenti all'interno, tanto per gradire). Qui sono presenti profonde situazioni di degrado e distruzione, dovuti solo in minima parte all'azione del tempo e degli agenti atmosferici, ovviamente assai più violenti, a 1.000 m.s.l.m rispetto ad una zona di pianura. La cosa peggiore e più grave da vedere sono le innumerevoli devastazioni vandaliche, con soffitti e controsoffitti sfondati, sbriciolamento di laterizi, calcinacci e perlinato sparsi in terra, vetri e specchi rotti in ogni dove, suppellettili accatastate nel più totale disordine, bagni spaccati, porte degli ascensori manomesse, vetri che, al terzo piano danno all'esterno asportati, in questi ultimi due casi con grave pericolo di caduta nella tromba dell'ascensore o direttamente sul selciato esterno per qualche balordo che si avventuri fin lì.
Anche nel secondo fabbricato, quello più vicino al bosco, per quanto vi fosse stato fato un tentativo di chiusura in alcuni dei vecchi ingressi, è rimasto un punto completamente libero così che si può entrare all'interno e constatare, anche qui, una allucinante devastazione.
Mi domando, alla fine: possibile che nessuno, in loco si sia mai accorto di nulla e non abbia mai reso di pubblico dominio quanto stava accadendo?
Piero Giovannelli.
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